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Integrare la dieta con cibo ricco di Vitamina D


Come fare scorta tutto l’anno con alimenti salutari ricchi di Vitamina D

 


Lo sappiamo bene: il metodo migliore, per evitare carenze di Vitamina D, è trascorrere del tempo all’aria aperta ed esporsi regolarmente alla luce de sole. Tuttavia, un piccolo aiuto può arrivare anche dalla dieta, grazie a prodotti vegetali e animali che contengono questo nutriente. Anche se gli alimenti più ricchi di Vitamina D non sono molti, si tratta di cibi comuni, che possono essere portati in tavola ogni giorno.

Nonostante gli alimenti naturalmente ricchi di Vitamina D contribuiscano solo limitatamente a coprirne il fabbisogno giornaliero, è importante assicurarsi un’alimentazione adeguata che comprenda sia alimenti di origine animale, ricchi di Vitamina D3, sia alimenti di origine vegetale, ricchi invece di Vitamina D2.

Tra i prodotti animali, senza dubbio, la principale fonte di Vitamina D è l’olio di merluzzo seguita dal pesce grasso. I pesci che ne contengono di più sono la trota e il salmone: due specie molto diffuse sui banchi delle pescherie e dei supermercati. Altri pesci fonte di questa vitamina sono il pesce spada, lo sgombro ed il tonno*1.

Meno ricchi, ma comunque da non trascurare sono: il tuorlo d’uovo*1, nelle uova sono inoltre presenti altri nutrienti preziosi come le vitamine A, B6 ed il Ferro; alcuni funghi*1, porcini, gallinacci, funghi dal caratteristico colore giallo comunemente conosciuti con il nome di finferli ed infine gli spugnoli, quest’ultimi da consumarsi solo previa cottura. Muesli e cereali*1 per la colazione.

In carni e formaggi invece la Vitamina D è quasi assente*1.

Curiosità interessante è che la Vitamina D è termostabile: resiste cioè abbastanza bene al calore, per cui viene difficilmente degradata in seguito alla cottura dei cibi. Ciò significa che, anche chi non è amante del pesce crudo, può comunque assimilare buone dosi di questa sostanza, alternando le diverse preparazioni.

Tuttavia, il consumo di alimenti contenenti Vitamina D come dicevamo copre solo una piccola parte del fabbisogno giornaliero; la Vitamina D è presente nei cibi in limitate quantità*1. In Italia, la dieta di un adulto fornisce in media circa 7,5 mcg/die (300 U.I.) di Vitamina D; gli endocrinologi italiani sottolineano perciò che nei mesi invernali, quando l’esposizione alla luce solare è modesta e l’intensità degli UV largamente inadeguata, per aiutare a far fronte a ridotti livelli di Vitamina D può essere utile integrare la normale dieta con supplementi a base di questa preziosa vitamina*1.

La massima attenzione va dedicata agli anziani, per due validi motivi: non solo con l’età l’efficienza della sintesi cutanea di Vitamina D diminuisce, ma si entra anche in una fase della vita in cui il tempo trascorso all’aria aperta e al sole progressivamente si riduce ed anche l’assunzione dei cibi che contengono le quantità maggiori di Vitamina D (latte e derivati, grassi animali) diminuisce con l’avanzare degli anni*2.

*1 - Fonte: Editoriale Alimentazione Prevenzione & Benessere. VITAMINA D: I CASI IN CUI OCCORRE SUPPLEMENTARE. Anno V 2018. NFI - Nutrition Foundation of Italy
*2 - Fonte: Adami S et al. Reumatismo, 2011; 63 (3): 129-147 Available: PM-IT-CNT-21-00004
(c)2021 GSK o licenzianti

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