I benefici della dieta ricca di fibre
Che le fibre facciano bene è fuori di dubbio e “mangiarle o non mangiarle” non è il vero dilemma. Bisogna invece sapere bene quale tipo scegliere.
Parliamo delle fibre alimentari, quelle contenute in molti alimenti di origine vegetale, quali ad esempio frutta e cereali integrali, da sempre considerate il toccasana per l’intestino pigro. Oltre che aumentare il senso di sazietà, infatti, contribuiscono a migliorare la funzionalità intestinale.
Oggi grazie a numerosi studi scientifici sappiamo che, sebbene le fibre facciano bene, ognuno di noi deve scegliere il tipo di fibre adatto al proprio organismo: insolubili o solubili. Non tutti, infatti, siamo in grado di digerire allo stesso modo entrambi i tipi di fibra. Soprattutto chi soffre della "sindrome dell’intestino irritabile" dovrebbe prediligere quelle solubili che non creano infiammazione intestinale e apportano i vantaggi di quelle insolubili, tra cui favorire il transito intestinale.
Stando a uno studio pubblicato sul British Medical Journal, che ha comparato per tre mesi tre gruppi di persone con sindrome dell’intestino irritabile a cui è stata fatta mangiare o fibra insolubile o fibra solubile o una “finta fibra” cioè una sostanza diversa, da utilizzare come controllo, la fibra insolubile non solo non migliorerebbe la funzionalità intestinale, ma provocherebbe persino gonfiore e dolore. Diversamente, la fibra solubile apporta benefici effetti “prebiotici”, cioè favorisce la crescita della flora intestinale utile a digerire gli alimenti, crea una massa che favorisce le funzioni intestinali e, cosa non trascurabile, riduce sensibilmente il senso di gonfiore e il dolore.
Stabilito, dunque, che la fibra fa bene, chi soffre della "sindrome da intestino irritabile" dovrebbe prediligere quella solubile.
Ma dove trovarla negli alimenti di tutti i giorni? È difficile trovare fonti naturali che contengano solo fibra solubile, cioè fibra “alimentare”, poiché gli alimenti vegetali contengono quasi sempre sia fibra solubile che insolubile, anche se in proporzioni differenti a seconda dell’alimento. In generale, una buona fonte di fibra solubile sono le verdure, i legumi e i cereali, anche se tra questi ultimi alcuni ne sono più ricchi di altri: la crusca di avena, ad esempio, contiene prevalentemente fibre solubili, rispetto alla crusca di frumento.